Ore 7 e 30. Stazione di Seregno: un luogo.
Piove!
Non sono triste però, è acqua; feconda.
Il cielo ha aspettato che fossi al riparo per allungare le sue lunghe dita liquide.
Il tintinnìo delicato sulla pensilina mi consola poiché, in verità, un poco triste lo sono.
Guardo i binari che si spingono fino l'orizzonte dove c'è una destinazione.
Finalmente una destinazione e compagni di viaggio.
Alzo la testa: è chiaro, un chiarore pallido lattiginoso ed appannato.
I rumori del mattino non mi sono più indifferenti; li accolgo. Li approvo.
Tutti almeno una volta dovrebbero sentirsi così.