Perché
non ti fermi
e rimani con me
disse la roccia al ruscello
con voce granitica
incolore
e per pesantezza
quasi lamentosa
Il mio corpo
è
acqua
rispose il ruscello
imprigionata tra le Tue braccia aspre congelerei di solitudine
e con troppo sole e fuochi di tempesta sulla trasparenza della mia pelle
evaporerei
sono
un cristallo di freschezza e di luce argentina
che
fluisce rigogliosa e pura
cantando dal suo seno estasi silenziose nel non voler troppo apparire
accarezzandoti in liberi accostamenti e continui brividi
umidi d'amore
scorro e vivo
smussandoci d'infinito
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
Stanotte pensavo a Joumana Haddad e a tutti i veli deserti e dighe che ha inventato l'uomo per imprigionare una goccia d'acqua...