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Che canto sia!

Se rovisto tra le mie voglie
trovo confuse ciglia
che caddero da occhi vivi,
che persero luce,
come l'uomo la libertà
dietro ombretti di fede
e rimmel di potere.

È finito tutto al setaccio
quello che divide:
plastica, cuore e cartone,
lana grezza dalla seta
l'oro fino dal metallaccio.

Questa è la vecchia utopia
che spacciano per meritocrazia.
Ma se non c'è neppure in poesia?

E io, che imparai a costruire lettere,
le metto insieme.

E che canto sia!

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 06/10/2014 06:21
    Versi che sembrano voler invitare il lettore ad unirsi all'autrice nel denunciare tutto ciò che nella società di oggi più non funziona ed in cui l'uomo rimane schiacciato sino ad arrivare a perdere la propria libertà di espressione. La meritocrazia era e rimane, forse, un'utopia ma è un bene che ognuno impari a mettere insieme le proprie forze, "costruendo lettere da mettere insieme" che tocchino i cuori delle persone.
    Un bel testo, apprezzato e condiviso nel suo contenuto.
  • Rocco Michele LETTINI il 05/10/2014 11:28
    Una poesia di rabbia e di tormenti acutamente forgiata...
    VERITA': NEI VERSI DI CHIUSA...

2 commenti:

  • silvia leuzzi il 06/10/2014 08:37
    Grazie Arcangelo sei galante di cognome e d'animo... un abbraccione
  • silvia leuzzi il 05/10/2014 14:42
    Grazie Rocco sei sempre l'unico che apprezza il mio verseggio

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