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Tanto piangere non serve a nulla

Lo stacco perentorio
sul cross di fine partita,
la zolla erbosa in riva al lago,
il cappello blu da mago
che mi facevi mettere a carnevale,
mentre ti camminavo accanto,
come un perfetto orpello, il vanto
di un'intera esistenza passata
a guardare dalla riva il mare.

Ma questo è il nostro male,
la passeggiata solitaria
fatta tanto per scaricare
la pila nevrotica, la rana
che ancora scalcia
anche se è morta morta,
la scelta vana dell'analista
che sia pronto a bere
la tua acqua marcia.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 11/10/2014 05:33
    Un doveroso lamento fluito da un cuore provato in profondi versi.

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