Alla corte del castello medioevale
incoronato da antiche mura
bagna le rive
un cuore blu e argento.
Regna sovrana e selvaggia
la natura campestre
tra colline moreniche che non ammettono repliche.
Guardo rapito il ruscelletto
limpido, poi,
un balzo di rana, penso,
e scorgo, invece, il curioso animaletto!
Tra corazza, chele e antenne
osservo i suoi occhietti fissarmi immobili, poi,
un colpo da maestro,
e il grosso gambero
si nasconde al mio sguardo
sotto la ghiaietta subacquea.
E ai rintocchi di una notte
superba e umida
su quel costone di roccia
sempre baciato dal sole
mentre salgo la scalinata di pietra
un rospone mi traversa la strada.
E la vecchia via crucis
mi indica un velenoso piccolo segno
nero
presagio di chele e pungiglione.