Rombo di inaddomesticabile coraggio,
è questo cuore che alla sorgente s'abbevera
d'un turbo indiavolato e alleato;
lo so, pista che come sfuggente biscia
fuggi continua verso nomi nuovi,
in cui poter incorniciare insidiosa
la dama capricciosa della velocità;
tu sola serbi il diamantino segreto,
di curve che tagliano il nostro sguardo
impaurito eppur monarca della paura,
quando il contachilometri urla insaziabile
incontentabile come tenero bambino
eppur di maschera talora ammantato
di potenziale assassino.
Echeggia sulla mia tuta
il sole ancestrale di circuiti roventi,
pelle tremebonda ma innamorata
dell'abbraccio seducente e rinfrescante
di bandiere a scacchi.
Arde oltre il perimetro
che vigliacco si manifestò
al mio esistere per inventarmi corsa,
la tua lucentezza sui miei giorni
impietosamente inghiottiti
cara Ferrari, estasi di sfide
che con divina lentezza si rivelarono
come poesia in quell'abitacolo
benedetto eppur inquieto
dov'ebbe a onorarsi di condurti
il tuo Michele Alboreto.
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