Non più i miei torrenti scivolano lenti e si distendono
docili e irrequieti al di là dell'incerto progetto di un sogno,
lentamente scorrendo
e ricucendo i riflessi delle campagne,
mostrando nelle pieghe delle dita
il disegno fragile dell'anima e del cuore
percorso ogni volta da un incerto sorriso,
ma tutti insieme
tutti raccolti nella luce
tutti raccolti nel rifugio di uno sgargiante orizzonte,
anche adesso nel tripudio del tramonto,
tranne qualcuno timido o indisciplinato,
fanno rotolare per tutta la notte i levigati sassi
e li trascinano orgogliosi fino al mio ruvido mattino.