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La gamba di mia madre

LA GAMBA DI MIA MADRE

Quando mia madre
contorceva nell'ictus
la gamba che fu rotta
per entrare nella cassa,

io trascorsi una notte agitata.

Non erano gli arti a dolermi,
ché all'epoca avevo vent'anni,
era la carne di dentro,
quella che non espone neppure
la bonazza dei siti
Quale? Ma dai non la conosci?
È famosa come quella
che il culo espone
a vessillo di una personalità
che ha costruito di letto in letto
o, magari, di sogno in sogno
perché a parte il culo
il resto è sfatto!

Ma questa è una tragedia vera
e il destino feroce mi taglia le ossa,
come la gamba di mia madre
per entrare nella cassa.

Resta sempre quel dolore sordo
della carne di dentro
che ulula nel silenzio delle viscere,
che m'unisce a quella madre,
ora che madre è la mia carne
m'unisce di più al figlio,
avvolto ancora di quella placenta
il cui rosso brunito di sangue rappreso
ancor mi sgomenta e mi spaventa!

4/12/2014

 

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6 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 05/12/2014 17:36
    Hai una grande forza che ti fa sopportare il dolore e ti dà la carica per concretizzare il tuo disgusto della vita... ma sei abile a riconoscere il male. Toccante il tuo testo che non richiede compassione.
  • Rocco Michele LETTINI il 05/12/2014 06:05
    Resta sempre un dolore sordo... È in questa riflessione che chiude l'animo al sereno... Chi l'avvertirà se non chi lo soffre? La mia comprensione Silvia.

6 commenti:

  • silvia leuzzi il 06/12/2014 10:24
    ahahahahhah ma carissimi non è nessuno in particolare, è un modo per alleggerire la poesia non voleva puntare il dito su nessuno. Sicuramente non è facile gestire tante angosce e vi affliggo con le mie canzoni poesie. Buona domenica a tutti
  • Anonimo il 06/12/2014 09:49
    ... la bonazza dei siti
    Quale? Ma dai non la conosci?...
    Silvia, riconosco di essere ingenua. Ma chi è? Lo vorrei sapere, lo vorremmo sapere. Sono attanagliata dal dire... Boh!
    Buona domenica e sii la mamma che sei.
  • silvia leuzzi il 05/12/2014 21:54
    Grazie amici dei vostri interessanti e incoraggianti commenti. Vedete questa poesia nasce da una mia riflessione circa il rapporto che ha una donna con la vita uterina. Prima come figlia e poi come madre, sempre lo stesso strano legame di sangue. Io a mia madre ero meno legata che a mio padre per numerosi motivi, eppure la notte che ebbe l'attacco di ictus che poi l'ha uccisa definitivamente dopo 15 anni di invalidità, dicevo, quella notte io ebbi un sonno agitato, incubi mentre lei urlava dal dolore. Oggi con mio figlio che ogni giorno è più ingestibile, mi ritrovo a vivere quel disagio interiore che mi prende da dentro, che mi agita il sonno. Va beh scusate, mi andava di raccontarvi come è nata questa poesia. Ciao a tutti
  • Alessandro il 05/12/2014 13:03
    Dolore immediatamente percepito che si irradia dai versi. Spero di non dover mai passare una cosa del genere.
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 05/12/2014 12:25
    ... e sei brava, silvia!
    ... menomale che nn era quella di tuo padre che, almeno, t'avrebbe aiutato a prendere a calci in culo chi merita anche se tu hai un'arma migliore... !!!
  • silvia leuzzi il 05/12/2014 07:48
    Appunto chi lo avvertirà? ahahhah caro Rocco, il vento e poche anime elette. ciao amico

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