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La strada che non percorro

La strada che non percorro
è quella che guida il mio cammino,
ha ponti sulla bellezza
e sul fianco dei dolori,
ha speranze negli incroci.
È diritta, spavalda,
lancia conficcata
sul profilo rossastro
dei monti all'orizzonte.
Ha tornanti ricamati sul vento,
in equilibrio sulla mia scogliera.
È corridoio d'erba d'autunno
sotto i colori della mia foresta.
Non devo cercarla sulla mappa,
è dentro me la strada
che attraversa le distanze della vita.
Io sono un viaggio da programmare,
un ponte da progettare,
una meta da conquistare.
Sono l'anima da percorrere
alla periferia o nei suoi recessi.
Di ostacolo in ostacolo
non mancano varchi per andare avanti,
sette soglie
come i vizi capitali...
o quattro
come gli elementi naturali...
o due pertugi
come gli opposti che danno armonia...
o un singolo spiraglio
come l'Uno senza nome
che possiede tutti i nomi...
Quale scegliere?
Da nessun lato
si intravvede un cartello.
Si rimane così, dunque, incerti,
forse la sosta più bella,
avvinghiati a sogni, amarezze, coraggio,
paure, felicità, speranze,
passaggi per l'azzurro
che l'anima alimenta
ma non ha altri suggerimenti,
solo una terrazza di cielo
che si curva su di me
per orientarmi
e il granito che si addolcisce
inarrestabile
sotto lo sguardo
di un'invisibile stella.

 

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