Mai sfiorire scorgerai,
il diadema di sabauda fierezza,
che da bagliori di fruscii storici,
dalla Bormida allo Scrivia,
inviolabile si protende.
Nenie levigate di fiumi,
diari intonsi si compongono,
di ancestrali fatiche agresti,
mentre s'offre,
monile maestoso e mai ossidato,
il cuore avido d'ebbrezze di Bacco,
del dolce Monferrato.
Ti sono dimora i miei occhi in incanto,
scaglie di ben domata architettura,
Palatium Vetus,
palazzo Guasco,
arco di Trionfo,
è dardo d'amore
che conficcandosi va immarcescibile
tra le labbra di un disiato bello,
il luminescente troneggiare,
di santa Maria di Castello;
riposa ma ben desta sfavilla
la biografia iridescente e policroma,
della civiltà contadina,
tra gli spazi del museo della Gambarina.
Alessandria
mantello di spumeggianti seduzioni,
inebriante succo di viali,
delicati come le canzoni,
Alessandria,
ancella e madre,
di perduranti, inscalfibili emozioni.