D'orgoglioso empito felsineo
docile e carezzevole creatura,
dotta per storia sei
e per raffinata vocazione,
compiuta sinestesia
di passione e ragione.
Ancor il fruscio odi
del diritto che germogliò
tra le mura di medieval ateneo,
ove Pepone e Irnerio,
di saggezza di codici
strenna fecero e rivelazione.
Scorre la tua vita
spumeggiante e serena
tra le mani ch'ardenti t'avvolgono
del Reno e del Savena.
Non subì la tua pelle intonsa,
alcuna vigliacca deturpazione,
neppur quando l'anonima bomba velenosa,
al cuor colpì la tua storica stazione;
2 agosto 1980,
allor di fermarti tentaron,
ma sapesti ruggente ripartire.
Or concedimi d'assaporar il prisco fulgore
di san Petronio e di piazza Maggiore,
fontana del Nettuno e palazzo Podestà;
nei tuoi viali maestosi incedo
di scintillanti portici ebbro ed estasiato
e gl'occhi si mutano in uccelli,
perch'io volar possa
sulla sommità di Garisenda ed Asinelli,
torri sì vicine, che disegnano il destino
di quel ch'un tempo fu l'orgoglio ghibellino.
San Luca sorride
dall'eterea sommità,
fin alla chiesa di san Domenico,
ove brillano del santo le spoglie,
e di Niccolò Pisano l'artistiche doglie.
Bologna,
arte hai cucita nel tuo morbido cuscino,
i colori di bellezza madidi
del Domenichino e del Guercino
e l'inviolabili forme
di Michelangelo, Della Quercia e Giambologna.
Calcistico sportivo fasto,
che su molti nomi scorre mai obliato,
come Pascutti e Bulgarelli,
conchiglia d'arte complice di muse
dall'Arena del Sole al teatro Duse.
E scorgerti saprai sempre
ritratto di fantasmagoriche canzoni
sull'artistiche sonore onde
di Lucio Dalla, Morandi, Guccini,
Mingardi, Stadio e Carboni.
Ma non sol questo sei molto altro ancora,
e giusto resta un angolo di penna e fiato,
perch'io immortali le tentazioni
con cui sempre avvinci anche il palato;
lasagne, tagliatelle,
ragù, passatelli e tigelle,
Bologna da assaggiare con il cuore,
Bologna,
pepita di scalpitante amore.