PIERSANTI
Più non azzannerà Trinacria e mondo
con sanguinolente labbra di carta vetrata
la iena che nome ha mafia,
che d'impeto folle inghiottirmi volle,
in quel rovente meriggiare palermitano
dipinto da stringhe di sole.
A te
amato german Sergio
sia eredità il mio respiro di legalità,
tra le braccia stringilo fiero e gaudente
allorchè varcherai aule di politica e università;
chè la politica è davvero cosa pura,
se prendere sa a schiaffi la paura,
d'un rischio che ti danza dentro il cuore,
se viverla sai con passione e amore.
Scorgi la scia d'un gabbiano
ch'intonsa procede tra i mormorii dell'urano,
sarò io che orgoglioso eppur silente,
a te urlerò di gioia "auguri presidente".
SERGIO
Ali ebbi dal destino politica e insegnamento
dolcezza di sorriso e purezza di sentimento
chè senza sosta ancor giovane riversai
sullo stivale che amo e amai.
sol tu Piersanti saper puoi
l'aroma d'emozione che accarezza salir le scale,
verso la destinazione a me assegnata del Quirinale.
Zampilla in me come spumeggiante fontana
Il ricordo dei primi passi in Democrazia Cristiana
soave febbre di spirito cristiano e senso del dovere
che mai nella mia vita dovran nascondersi o tacere.
Eccomi, Italia mia, a prestarti giuramento
ebbro del portarti nel mio agire ogni momento,
con la fiducia che mai ci dovrà abbandonare
la nazione si saprà risollevare.
Fare dovrà essere il Vangelo
più che lo sterile e il vacuo parlare
perché sien venerabili gli italici destini
anche al di fuori dei nostri patrii confini.