Conchiglia che salsedine carezzo'
Di soavità paleolitiche
Nel grembo di galceti amabilmente nascose
E di fine cesello funerario madida
Tra le labbra dei monti della calvana
Per etrusche gemme ti ostendi
Estasi ruggente di Bisenzio
Che fender seppe e or sa la paura
Con l'intarsio nobile della tessitura.
Custodi fuori e sono
Del respiro dei tuoi spazi aperti
Le austere fortificazioni degli Alberti
Che lo spirito mantennero imma colato
Pur poi che come coltello a insinuarsi ebbe
Nel tuo cuor il sacco di prato
Religioso senso e anco arcano
Regna tra i suoni basaltici
Di san Giorgio a colonna e san fabiano
E si rivela in inviolabile candore
Il castello dell'imperatore.
Prato che dell'anima componesti i confini
Delle cromatiche seduzioni di filippo Lippi
E del tresor di brunetto latini
Fulgida urli per la piana di toscana
Quel tuo fiero manto di beltà
Che s' offre complice alla sete umana.