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Viva Vivaldi Garibaldi i Baldi Verdi e tutti gli Araldi danzanti nel Dì

- se ti vesti di pezza e non di pizzo la calda pazza pizza si spezza nelle sue quattro stagioni
cade nella pozza

puzzando di malfermo e d'inferno -

L'incontrai

-fu un passo importante della mia vita
importai
mentre mi portavo a spasso nello spazio con un collare di parole
tante di quelle ante
e
porte quel giorno

da svuotare l'armadio di dio di finestre occluse da migliaia di larghe "pan te lager "


lo ammetto per Maometto
volevo incollarmi al Re dell'universo come il logo di un topo e rendermi un bimbo gioioso resuscitando in me un marameo buddista che era morto in un luogo della Palestina -

vicino ad un pozzo
o
meglio vicino ad una fonte di vibrazioni dove la luce non era ancora diventata datata liquida e acquosa ma si poteva ancora spalmare su tutto il corpo con una uniformità oleosa

mi parlò subito delle mie sette mogli e dei miei quattro figli che avevo abbandonato nella notte dei cenacoli e dei tabernacoli

Sai
maritano
bene l'olmo dell'uomo e la sacra vigna fino a formare nell'ombra i grappoli pendenti di un santo duomo

mentre
i frutti mentali cadono uno a uno nel non uno di un autunnale inverno corporale
le primavere eterne si animano di un corpo reale nei cuori estivi di festivi soli

dimostranti
e
coraggiosamente festanti

di un qualcosa che da sempre c'è ed ancor non è

 

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2 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 18/03/2015 07:18
    Tanta creatività nei tuoi versi... Lodevole dal mio giudizio.
  • roberto caterina il 18/03/2015 05:21
    Una danza in cerca di una primavera eterna che si perde nella sovrabbondanza dei suoni e delle assonanze a volta facili a volte frutti della notte che illuminano il silenzio dei sogni.

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