Ed un'altra volta
non sono io a parlare,
Quando si flette il geometrismo ben calibrato
E come un bicchiere
Di vetro
Caduto
Si frantuma l'equilibrio.
Influenzo nella pancia
Il peso addosso che s'è fatto tana qui, da noi,
E senza che si sappia non troppo lontano,
Mitiga l'aria a suo piacimento
Trovando impreparate
Le sinapsi:
Ubriache di rigiri in mondi in cui il sentiero è solo un'ombra,
Danzano lente il più triste valzer
Perché tutto al tre
Possa svanire
Come ne fosse artefice la magia.
Con quattro mani
Siamo riusciti a metter fuoco
Al sistema solare:
Una nuova luce nella galassia,
Togliere la terra al Mondo,
E non aver il potere
Del ricordo.
Un raptus intestinale,
Lapsus
In cui la nostra pelle appare ancor più pura
Nonostante il reato..
La fiammela è conosciuta
Per il grave danno che reca,
Nemmeno la cenere è rimasta,
Ma limpida la sagoma
Sul vuoto
Di chi si è lasciato:
È tempo di rientrare
nudi e persi,
qui non esiste
Casa