Spense in lui
la luce
ed il buon senso dall'angustiante non senso
or ora
in una poesia di intimo profondo
non aveva bisogno di vedere né di capire
né di sapere
ed ancor meno di parlare di un'ultima barriera
or ora
non aveva più bisogno dei giorni
né di avere una casa più grande né di essere invaso da un esistenziale coinvolgimento di pietà per regalare un obolo
né di possedere sull'orizzonte degli occhi un pidocchioso ovulo di pia età
Dal buio dei silenzi e degli odi razziali
chiese
ed
ottenne
mani infinitamente lunghe tali da poterle accarezzare l'anima
Sì
seduto a tavola
ieri sera non c'erano soltanto i loro corpi
ma avvolto in una nube di fumo
anche un topolino verde
a mappatura rosa
da quella cena in poi
più nessuno
perse
nell'attesa ristoratrice
che intercorre
tra una pietanza ed un'altra
l'appetito del buon umore
né la naturale via della vita
un qualcosa di meravigliosamente magico apparve
l'ovvio avvio delle danze si installò
e non li lasciò più
la notte delle stelle si aprì in loro nella disinvoltura universale di inesistenti porte scorrevoli