L'uomo sta a l'eterno quanto un'ape sta a un fiore
e
poi di corsa all'alveare come un bravo bambino a produrre miele per la comunità
volando nei colori di un celato azzurro
m'invento
ma poi giunsero nel vento i fumogeni
e gli agenti patogeni distribuirono fiele tanto da far ammalare nel profondo le genti
Le misero
fumo nei geni
alla mia Ape regina
pathos nell'anima
Le spensero la luce
dell'innato il faro
così senza rotta
iniziò a pungere per collisione di pungiglione i gigli del suo campo ed i passanti
non ebbe più fuochi a scaldarla
non ebbe più fuchi ad amarla
né reali nozze nelle ali
e
quando vide il suo alveare bruciare fu felice di andarsene altrove