Mi hanno tracciato una linea metropolitana
nel freddo nel distante nell'assente
mentre io vorrei vedere l'alba luccicare nei Tuoi occhi
è vero
c'è una parte di me la più volatile
che una volta afferrato un fiore vorrebbe trapiantarlo in cielo in un vasetto di
terracotta
e
magari posarlo sull'altarino degli dei
- se penso a Rino e al suo cervello divorato dall'alzheimer dei perché mi vien da piangere e da vomitare -
l'altra parte
situata nella bocca più oscura dello stomaco rimane aggrappata alla gamba del tavolo
e vorrebbe terminare il pasto ancor presente nel piatto
non conosce altra eternità se non una quaterna di fiori di loto lungimiranti sbocciati su una ruota baluginante dello stagno
Una volta le parole avevano potere
bastava dire alzati e camminavano anche i moribondi
oggi non valgono neanche a firmare un contratto anche se accompagnate da una stretta di mano
dicono che l'uomo abbia perduto la fede a causa dalla poca luce filtrante dalle abbazie e dagli abbaini e che all'infinito mistero della luna rimangono ad abbaiare con straziante e lancinante passione solo le ante dei cani
anche il più profondo dei nostri Ti amo non muove e non sposta neanche più
una foglia