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Ancor vorrei sentire

Ancor vorrei sentir delle cicale il canto là
del Colosso l'isola, quel folto alto gelso,
un promontorio e la vision da lì del mare,
vorrei ancor sentir quel lor cantar diverso
stridulo chiassoso petulante dei marini
uccelli in volo ovver sopra gli scogli
dall'onde del gran mare baciati ove
vita e poi morte vi trovano i merluzzi,
ancor vorrei le voci dei bimbi delle bimbe
dei fieri beduini sentir che la città dei Nabatei
morta riportano alla vita nell'offrir monili
false monete lucenti belle pietre colorate,
ancor vorrei sentir la voce di te compagna
mia dell'età mia nova già passata, l'ultima
volta fu da un balcon fiorito e spento da allor
per sempre a me e alla vita fu quel sorriso
tuo, sì vorrei sì ma dall'animo si svuotano i ricordi

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 12/08/2015 15:59
    Non offenderti, la poesia ha un alto contenuto psicologico, ma gli manca la snellezza, il ritmo che la renderebbe musicale e molto, ma molto più bella.
  • Rocco Michele LETTINI il 12/08/2015 15:21
    Ancora vorrei il mio lontano passato per ritrovai in un gaudio ormai chimerico. Il mio saluto Giuseppe.

2 commenti:

  • bruno guidotti il 12/08/2015 16:40
    Fin dalle prime rime, la tua poesia mi ha coinvolto, è bellissima, bravo.
  • Ugo Mastrogiovanni il 12/08/2015 16:19
    Spesso belle poesie nascono dal telo dorato della fantasia, qui il verso è un lavoro carico d'emozioni, un dipinto che ritrae momenti di incancellabile felicità, dove il pennello è la punta del cuore di cui il poeta si serve per tracciare e decorare ricordi importanti come l'aria che respira, memorie che fanno parte del sacro che è in lui. Complimenti.

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