poesie » Poesia amore eterno » Celeste Amor
Celeste Amor
Animo gentile e puro
parve in Me lo spirto Nitr;
quando chiudo l'esterno
e m'immergo
nell'immensa sua
Coscienza,
quando d'energia
acceleratrice d'onde
e benefiche frequenze
si congiungono
unti i nostri sogni
corrispondenti.
Celeste Amor
pronunziò Caro poeta
e descrisse addietro
Noi.
Il tempo è assoluto relativo
solo per colui
reagente ai sensi propri
e non s'immerge
in divino metafisico,
e non riesco a
soccombere
l'impazzita arma
la scrivente mano, e piange
e non s'applaca e non s'arresta
alla ragione
d'ognuno che
del sentimento
è posto ragionevole.
Ardo malinconica e
in pianto è il cuor
commosso in su
per la laringe.
Quand'osservo gru
ch'abbracciano mattoni
grigi come a febbraio
e quel cielo pareva scemare
da sè da sè.
Quand'osservo la discesa
scrosci d'acqua
il piovere su cipressi
il piovere sul cemento
il piovere sulle scale
e la solitudine
dimora dei parcheggi.
Quand'osservo la cerimonia
per l'arrivo di Novembre
il mio stomaco indietro
ritratto dal dolore
divorato e nostalgico
trafitto
consumato.
Quand'osservo
mia malinconica
mia congenita malattia
riemerge al conscio
il ricordo spontaneo
dell'occhio di Nitr.
Magnanimo l'animo
di Nitr e Maruila,
oh poeta di mia terra!
Ch'aldilà di preconcetti
sorvolano sovrastrutture
e non di cultura statica
saziano, lor appetito
di Verità Divina.
Soffriamo il postmoderno
e mi struggo
fino a fuoriuscire il
mio sangue,
a far tremare
il terremoto
negl'orecchi
intensificando tutto
fino al non sentire.
Nitr conosce tutto
del mio carattere
in fondo a Me
attraversando il solco
dei miei soli occhi,
ed io ben so
del suo dolore
e dei suoi spasmi,
poiché del suo sguardo
comprensibile a Me
leggervi addentro.
Agli Dei chiediamo
il finale del Supplizio
raffinato e trastullato
Fine dell'eterno
interrogativo?
E lo sguardo
è più mistero della Cena,
l'esoterissimo parlare,
divina comunione
l'incontro d'orbite
terrestri trascendenti.
Alla morte del tramonto
seguiremo l'oscurità
e nostr'aura
tralucerà la Luce.
Nitr e Maruila
due obiezioni
controcorrenti il postmoderno
animosi di Libertà
assaltano la convenzione.
Fu quell'eterea musica,
e nostr'occhi nella rivoluzione
di Novembre;
ed io rammento
della speranza,
per me sì cara
di cert'occhi infiltrati
nella meraviglia d'una pupilla.
La parola non s'esprime
muor sol carta rigata
e l'impeto di noi sfavilla
nei taciuti incontri, e
telepatici i potenti cuori, e
siano disgraziati i limitati,
quelli che sentono un momento
e poi per lor passa e
il tempo ressetta.
Morto è già colui
che non s'appresta di morte
al desio magmatico.
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0