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Ad Amore

Ioàn: O sacro grembo a cui per levitade
disgravar de ' suo ire 'n cieli falsi
i' giunsi discacciando la viltade,

Priegoti pe 'l cammino in che i'valsi
di turbinar ne 'l mio stato superste
un'amma che ne 'l vero puote stalsi,

ch'omai disgolanommi le mie ceste.

Beatrice: Mio frate non andrai co' piedi scalzi
ne 'l tuo ritorno per donar tesoro,
non ambulante ne' pedestri balzi;

anzi né avrai l'onère del canoro
ch'unice melodiando fugge egèsta
ma tu alaggiando sovra questo moro,

già mai dispererai per croce o testa.

Ioàn: Repleno di promessa omai discaglia
meco 'l principio ch'altro fa lamento,
sì che adesso nulla mi fermaglia

d'estrar da la mia cava l'argomento
d'affinità de l'alme che governa
il regno etterno e 'l feudo de'l momento,

ch' alcuno imparadisa e altrui 'nferna.

Beatrice Imprendo da 'l disio che'n te dilampia
la folgore d'Amore vera e bella
e non la voluttà di quei che arpia:

omo blasfema quando seco incella
e a schiavi ne le stuole fè compare,
omnia disonni a discovar forcella;

e ciò è tributo a fallo e idolatrare.

Ioàn: In te la mia scintilla flamma e aulesce,
In te cinère sono e ricreommi,
s'umanità mia pria non delesce:

d'uno si fero piùe ' funesti pommi
onde lo primo genere fu parto
lungi d'ubì a grazïa l'assommi.

De 'l mio parlar non sarà 'l quarto
infino a quando 'l mio troncone

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