la cosa più bella è essere giovani,
19-20 anni, la puzza di latte che si mischia al liquore,
tutta la notte fuori, tutto il giorno fuori,
quel flusso costante di vita+follia
che richiama altra vita e altra follia.
senz'altro la giovinezza,
essere un parvenu dell'esperienza,
ancora acerbo, ma furioso e vivo,
vivo vivo vivo
vivo come una sposa,
come la faccia di un disegno di Van Gogh
venduto all'asta per 30 milioni.
davvero una cosa bella essere giovani
ma non ce ne accorgevamo,
diseredati, disadattati, aperti nel cuore
dalla prima irrequietudine del mondo,
a leggere libri che non avevamo scelto,
i Grandi della Letteratura Mondiale,
Dostoevskij e Camus e Celine etc.,
libri che poi avrebbero influenzato
il nostro modo di pensare e di agire e di scrivere;
la parola esatta e ben tornita
che ci avrebbe perseguitato come un'Inquisizione.
e le stupide manie del corteggiamento,
le prime volte a ficcare o a domandarsi di Dio
e i primi contatti con il portento dell'alcool.
era bello, davvero bello,
un mondo fatto di piccoli ed insignificanti gingilli,
miseri meccanismi da conservare come diamanti splendenti:
la furia,
l'accrescimento (spirituale e mentale),
la libertà,
il sogno.