sta
tra me e l'imponderabilità
di un momento comune.
bere
può aiutarti a scovare
nella noia
un principio di fuoco,
è il rovesciamento
delle cose banali,
il passo di danza
della divinità nascosta,
la fuoriuscita della personalità
più disinibita
in un frangente
di grande emozione.
io voglio esserne posseduto,
mentre asciugo
le gocce di sudore
che scendono
dalla mia fronte bianca,
mentre mi metto in testa
di dare una svolta alla mia vita
con arditi vaneggiamenti,
mentre scrivo
o piango
o recito il rosario
guardando questa notte
senza possibilità,
voglio succhiare il liquido
viola
del desiderio,
la gialla fragranza
che ha guidato gli Imperi
in mille battaglie,
un cicchetto di furia eucaristica,
la lattina dalle mille risorse.
adesso aprirò questa
sporca bottiglia
senza farle del male,
le accarezzerò il collo
come si fa con una donna,
comprimerò con l'accendino il tappo
fino a farlo saltare,
sarà un miracolo, come ieri, come domani:
lasciatemelo godere,
è qualcosa che fa tremare
anche la morte.