il senso della pietra e del fucile
è il mio senso
che caracollo nel letto
dopo aver ucciso
altri residui vitali
che si annidano dentro.
il mio senso emerge
nella morte che vivo
ogni giorno -
salvaguardarsi non è facile,
non è facile indossare
scarponi duri da lavoro
e resistere in piedi
fino a prima di andare a dormire.
il sonno è fondamentale.
il sonno sfascia e crea i presupposti,
stancamente moriamo in maniera temporanea
e in un attimo ci ritroviamo a nuova vita.
ma il mio senso chiede
soprattutto astrazione,
dentro un brodo che non ha un senso,
tra vastistà di oggetti e occhi,
con un cielo, sopra,
che ci dice qualcosa
che non capiremo mai.
svilire il peso.
frantumare l'impossibile.
ora la mente è stanca
come un pomeriggio domenicale,
il senso del minatore
e quello della montagna,
sono anche il mio senso
e io chiudo prospettive ottimistiche
in una stanza buia,
dove sono accatastati
i fiori morti della mia volontà,
dove un vecchio siede
con una Bibbia in mano
e quel vecchio sono io a vent'anni,
la figura di Cristo sempre aleggia
dentro le mie vene azzurre
e io sono anche Cristo,
ma non ho nulla di divino
e non ho nulla di umano.
sono piuttosto vicino alla pianta,
quando la mia mano la strappa via
dal suo vaso,
quando la mia mano strappa via
me stesso da me.