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Non sono felice di essere un poeta

non sono felice di essere un poeta,
non sono felice dei miei occhi sensibili
e della mia generosità,
le mie mani toccano forme
di plastilina grezza,
ne disegnano i contorni
con la punta delle dita,
ne ricavano ori come dentro una risata,
questo corrode il mio cuore,
questo bisogno malato
di trovare la bellezza
dentro le valli pietrificate dalla lava,
questo bisogno d'impugnare
l'accendino e il pennello,
dimenticando di essere di sangue
come l'innocuo coniglio,
dimenticando il bisogno di ruttare e
di essere scortesi, di non ingentilire
gli occhi degli uomini
che cercano l'abbaglio,
questo è la mia pietra e
mi costringe a denudare
la violenza della mia follia
come sotto ad interrogatorio.
non sono felice di essere un poeta
perché il nero dell'inchiostro
avanza invece del mio sangue
e la mia bava ha rime e versi
nel suo liquido,
però l'assenza di questo provoca in me
tumulti e vuoti indecifrabili,
perciò
come la rosa nella sua bellezza
non si ribella alle spine,
io accetto le mie condanne,
e come un trovatore vado giù,
nell'abisso, alla ricerca della parola perfetta.

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 01/12/2016 15:36
    E chi lo è? La verità è che vorremmo essere tutti dei puttanieri miliardari.
  • Gianni Spadavecchia il 01/12/2016 10:49
    Più che non esserne felici, non si è mai appagati.
    Bei versi, immensi.

2 commenti:

  • vincent corbo il 02/12/2016 08:36
    La ricerca della parola perfetta... la pietra filosofale...
  • maria angela carosia il 01/12/2016 22:08
    Comunque accettiamoci come siamo. Molto sentita

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