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Pomeriggi giovani

Con la mise decerebrata d'una magliettina,
gli occhialoni scuri del totale annientamento,
rullavamo canne e negroni come se piovesse,
nella luce bianca dei faretti
nostra illusione della libertà.

I pomeriggi del 2004
erano i regni dei dissipatori,
tutti incollati, davanti all'ingresso,
organizzando mentalmente lo sballo,
noi resistevamo mentalmente alla frattura,
eravamo gli angeli, i quindicenni dai capelli impomatati.

E le ragazze ci mostravano i culetti,
femminielle, tutte improfumate in quegli abitini dismessi,
quando ne raccattavi una, te la limonavi alla colonna,
le lingue che puzzavano di alcolici scadenti,
i sessi che si strofinavano appena,
e ti veniva duro e casa poi te la menavi
pensando al mondo, all'universo, alla tua inutilità.

Ora che gli anni sono passati
restano ferite mezze aperte,
pure il sangue s'è fermato,
lo sballo non esiste più,
i pomeriggi sono balle da raccontarci
credendo che qualcosa cambierà,
ma tutto è lo stesso,
mi stanno cadendo i capelli,
ci credi?, mi stanno cadendo i capelli.

 

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1 commenti:

  • silvia leuzzi il 28/03/2017 22:28
    Bellissima, molto cruda e vera. Complimenti Ferdinando

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