Dopo il risveglio, spalanco la porta,
lascio la quiete della notte oscura,
alzo lo sguardo con la mente assorta,
vedo un villaggio che incute paura.
Cadente il borgo e dalla voce morta,
acque scroscianti sulle grigie mura,
frotte di genti dallo sguardo spento
vagano goffe, sospinte dal vento.
Spiriti folli, cupi e misteriosi,
cerco risposte ma le ombre son mute,
spettrali volti, scarni e fastidiosi,
tristi viandanti, espressioni sperdute.
Vesti consunte, portamenti odiosi
dopo esistenze più volte vissute,
ma ora basta! Sconvolto e confuso
richiudo lesto la porta, deluso.