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MADAME CLELIA

Un'emozione forte
si fa strada nei miei pensieri,
lenta scende come un'ombra
nella mia realtà ormai stanca,
e tra la fantasia e l'età
mi trascina via con sè
in un tempo ormai lontano.
Mi rivedo di colpo lì
a spiarti dietro la finestra
di quella tua tenebrosa casa antica.
Sui miei undici anni appena compiuti
cadeva già il primo velo di follia,
e che sussulti, che tremiti segreti
in quelle mie inquiete notti di fanciullo
quando impaurito e rannicchiato
mi nascondevo sotto le coperte,
la mia prima masturbazione
la conobbi proprio allora e fu per te.
Madame Clelia!
eri grande, troppo grande
forse vecchia per i miei occhi e per il mio corpo.
Avevi perso il marito
ti avevano abbandonato i figli
io come un giocattolo, un barboncino
ero tutto quello che ti rimaneva
nella tua vita mai vissuta
sempre attesa, mai avverata.
Ancor adesso
a distanza di tanti anni
non so cosa volessi tu da me
nè cosa avrei potuto darti io.
Ma ti giuro Madame Clelia,
tu sei stata per me una regina
ti vedevo danzare nei miei sogni di bambino,
mi chiedo come mai
così bella dentro
nessuno all'infuori di me
ti aveva vista mai.

 

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