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Il temporale

E se ci sei  l'inverno è amico
sulla panca marrone seduti
col naso alla vetrata
un cielo trafitto da lampi improvvisi
e tuoni strozzati
lontani
e castagne odorose al fuoco

su in collina i ricordi volteggiano  nel valzer smozzicato
e poi  giù
sgocciolanti dalla  grondaia

vapore d'incenso serpeggia nelle stanze in penombra
chiama immagini di chiese vuote e sacrestie ordinate
e punizioni

oratorio e refettorio
cortile dei cento palloni, dei mille bambini
le partite incrociate nel groviglio di gambe nude
le parolacce a mezzabocca e croste sulle ginocchia
che don Mario accarezzava senza ritegno

e ancora sacrestia e strani giochi
e buio e nascondigli
e le tue lacrime spiate
ed i mie occhi  non credevano
alle mani di  quel porco
spinte
fin dentro l'indecenza.

 

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5 commenti:

  • bruno guidotti il 28/12/2016 18:15
    Premetto che nel complesso mi è piaciuta, anche se il continuo muoversi in diverse direzioni mi ha un attimino spiazzato, ma tant'è.
    Per quanto riguarda gli altri giudizi sono senz'altro ricchi di competenza.
  • Anonimo il 23/09/2008 09:27
    Questa tua, da un autore a caso apparso scomparso in un secondo alla mia destra, riflette un'immagine spettacolare del tramonto di ieri sul golfo: sole di un arancio oro accecante sull'isola omonima a destra, al centro una sola grande nube grigia che scaricava una tenda di acqua cristallina. Il tutto un infinito sipario divino tra mare e cielo e io una fiamma autunnale tra profumi di castagne sulla collina senza stanze in penombra.
    Bellissima questa tua che faccio mia tra il rumore silenzioso del lavoro di parole pensate e poi amorevolmente donate...
    nel
  • Anonimo il 30/04/2008 21:44
    ... eppure tutte quelle "istantanee" che si susseguono sono così reali... definite, nella loro illogica sovrapposizione... la vita è così... magari meno poetica...
    mi piace!
  • Carlo Diana il 13/11/2007 14:31
    è un'associazione di figure, di ricordi innanzi ad un temporale. poi le cose si compongono e scompongono nella mente senza regole note. Le unisce un odore, un tono di luce, un rumore non regole letterarie nè un senso razionale. Questa volta la memoria si è arenata lì, senza premeditazione. In questo senso è vero, il finale non si accorda per nulla al resto, non c'è premeditazione, non è una denuncia sociale e neppure una critica.

    ti ringrazio per l'intervento
  • Michelangelo Cervellera il 12/11/2007 21:18
    Mi è difficile commentarla senza cadere nel banale del pro o del contro o del partito preso. Mi limito a guardare questa poesia come poesia e non mi da emozione e neanche da pensare (io sono ateo), non trovo un collegamento armonico tra la prima parte ed il finale. (è solo il mio parere). Ho letto altre tue opere e mi sono piaciute molto, ma questa non mi convince, che la violenza sessuale del clero sia sempre esistita sono con te, ma in questa poesia mi sembra troppo forzata. Alla prox. Michelangelo

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