Godimi anche tu,
mia dolce Almina:
accogli il mio sonno
sul tuo ventre
che sa di neri fiori
dai petali infuocati.
Di savie follie e di sospiri,
di incessanti umori,
per ancestrali istinti.
Fonderanno
i nostri corpi eterni.
Non apparterremo
più agli umani:
percorreremo acque
cristalline,
terre di candidi peccati,
boschi di fate
di cui sarai regina.