Solo la risacca nella quiete dell’alba
onda che corre alla riva a infrangersi
nel chiarore d’oriente che fuga la notte.
Lontani stridii di gabbiani
aerei lamenti che uniscono cielo e mare.
Migrano i sogni della notte,
corrono nel limbo del giorno che nasce,
artigli di realtà emergono dalle brume
e li strappano via da me.
Nella notte che esala l’ultimo respiro
il cuore palpita, sparge lacrime di malinconia
per ciò che è stato nelle ore della luna,
una realtà tutta mia,
un mondo che s’accende con il buio
e si spegne con la luce.
I miei sogni s’involano rapidi,
seguono i gabbiani
restano solo briciole di felice irrealtà.