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ERA TEMPO DI MORE

Ricordo,
era tempo di more.
Ormai arsa, la terra
i piedi bruciava
nudi e veloci
e un caldo piacere
profondo
traeva la pelle
a quell’aspro contatto
proibito.
Col sole negli occhi
cercavo una strada
una via verso il mondo
Correvo, fuggivo incontro
a un barlume di vita...

 

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5 commenti:

  • Ada FIRINO il 14/11/2011 17:54
    Grazie Dora, questa poesia mi è cara. Mi ricorda momenti belli ed anche tristi, ma tutto è parte della mia infanzia. Dovevo terminarla, ma ho voluto lasciarla così, incompleta.
  • Dora Pergolizzi il 12/11/2011 04:38
    Bella! Momenti che tornano rivivendo stagioni, emozioni, sensazioni concrete tradotte in versi. Complimenti!
  • Ada FIRINO il 18/12/2007 00:52
    Momenti belli... pieni, di un'infanzia lontana, braccia e gambe graffiate, piedi nudi, un gusto proibito (mia madre non voleva che si andasse scalzi)
    a contatto di quella terra bruciata che mi dava un piacere come nessun altro, un ritorno alle origini,
    uomo-corpo, terra-natura... a stretto contatto, quasi fusi assieme...
    Ada
  • Gabriella Salvatore il 15/12/2007 11:39
    Anche a me come Angelica è venuta in mete la mia infanzia, a raccogliere more tra i rovi, con le braccia graffiate e assaporare i frutti tra i rovi.
    Bella poesia Ada, come sempre brava
  • Anonimo il 14/12/2007 23:49
    Mi ha ricordato la mia infanzia, quando fuggivo da tutto e da tutti, come una nomade, solo per andare alla scoperta della natura, giaciglio dei miei sogni.
    Mi sono rivista, sotto il cocente sole, con le braccia e le gambe sanguinanti, felice nel raccogliere il frutto della mia infanzia: le more.
    Grazie
    Angelica

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