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Mutazioni

In un'altra Vita, su un altro Mondo,
le mie sembianze non erano quelle attuali.
Procedevo strisciando come una serpe o su quattro zampe mi reggevo,
sulla schiena mi erano cresciute due mostruose gobbe
che non erano parte del mio corpo, infatti erano di legno,
ma ai miei tessuti erano saldate in modo tale che sembravano di carne.
Il liquido in esse contenuto non era acqua,
elemento vitale che al cammello serve per attraversare il deserto,
ma era un intruglio alcolico, a me serviva per attraversare la strada.
Ogni occasione, qualsiasi motivo,
mi fornivano l'alibi per tracannarne un goccio,
così che le due botti erano sempre colme,
ad onor del vero a volte traboccavano abbondanti.
Più passavano le Stagioni più il loro peso mi faceva vacillare,
finché non maturai l'illusione che potessi farne senza,
così cominciai a "controllarmi" e presi a bere meno,
il legno della botte che più non venne empita marcì e si disfece,
così, come il dromedario, rimasi con una sola gobba.
Giorno dopo giorno,
con sforzi sempre maggiori, riuscii davvero a "controllarmi",
ma a volte la botte troppo piena perdeva alcune gocce,
e goccia dopo goccia si riformò la seconda gobba,
ed io, che più non ero aduso al doppio peso,
persi le zampe e mi limitai a strisciare.
Sole e Luna mi hanno visto strisciare su ogni nefandezza,
poiché non riuscivo a sollevarmi
mi scorticavo sul terreno impervio ed aspro.
Poi qualcosa, anzi qualcuno,
forse colpito dal mio sguardo che invocava aiuto,
mi suggerì ciò che potevo fare.
Con voce stentorea,
affinché giungesse nel basso mondo in cui io mi dannavo, disse:
"Prova a vuotar le botti,
il Veleno fai defluire nella più vicina cloaca
dopo di ciò riempile di qualsivoglia bevanda vuoi,
ma bada bene che non contenga sostanze che per te son tossiche,
prova a far questo e dopo mi dirai."
Ed io con uno sforzo che allora parve titanico
alzai la mano e feci in modo di vuotar le botti.
Poi, sempre strisciando,
mi avvicinai ad una fonte e cominciai a riempir le botti,
mi accorsi subito che il peso era minore,
l'acqua scorreva libera sulla schiena sgombra,
le gobbe corrose da quel liquido per loro alieno
si erano dissolte come il buio all'alba.
Ed io fui libero di ritornare eretto,
comincia la ricerca di quell'Uomo buono
che col Suo suggerimento mi restituì la Vita
che già forse una volta mi aveva donato,
ma cosa più importante mi fu restituita la Dignità e la Stima
cui ha diritto ogni essere umano, quando è degno di chiamarsi tale.

 

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3 commenti:

  • Monica P. il 02/01/2008 12:53
    Muta la persona nella sua estetica, ma la volontà, come la dignità, è intrinseca in essa... t auguro il meglio a questo punto.. my pleasure..

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