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Il gioco

Demonio, vizio infame,
mi fai schiavo al tuo potere,
a sfidare la fortuna mi conduci.

Mentre perdo te la ridi,
tanto sai che non mi servono
gli schiaffi della sorte.

Ebetito io ritorno al tuo volere,
ed il dado tiro ancora,
con la febbre che mi sale.

E la carta ancora gioco,
il cavallo seguo ansioso,
la sommessa come droga.

E tu ridi demone!

Mentre io perdo la vita,
e la stima di me stesso,
e barcollo, senza forza ricomincio.

Strega infame, mi costringi
ai tuoi turpi desideri,
vuoi privarmi dei miei sogni, derurbarmi?

Credi che io possa amarti,
meretrice, ad ogni costo
senza onore ne vergogna?

Bestia immonda, anima nera,
ti conosco, riconosco.
So perchè sei dentro me.

Tu sei il mostro che si incontra
nel deserto di una vita,
e ti spacci per compagna.

Sensuale e ributtante
che può dare solo un attimo
di piacere, poi è orrore.

È dolore, aspro rimorso.
È un velo che mi cala
sulla vista e mi confonde.

Un afrore, un sapore
di fiele nella bocca,
che risale dallo stomaco.

Tu sei l'autodistruzione,
sei l'inizio della fine,
il confin della ragione.

Tu sei il gioco, tu sei il vuoto,
sei l'azzardo che riempie,
una vita senza amore.

 

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1 recensioni:

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  • Ferdinando il 01/09/2015 09:29
    bellissima... complimenti.

14 commenti:

  • Anonimo il 04/06/2009 19:03
    Megera: termine che spesso utilizzi. Interessante. Moglie megera, madre megera, amante megera, capo ufficio megera. Di megere ne è pieno il mondo, soprattutto il mondo maschile. Sai cosa significa megera? donna dal carattere litigioso e violento, associato ad un aspetto repellente. la megera era una delle tre erinni, ovvero le tre furie, la personificazione femminile dalla vendetta. Hai mai subito vendette dalle donne? Io si, come gli antichi greci, e sono vivo per miracolo.
  • Pablo X il 04/06/2009 17:36
    Mah, Bruno hai notato un aspetto che a me è venuto naturale, così come si immagina la morte come uno scheletro incappucciato dotato di falce così ho immaginato il vizio del gioco come una donna che attrae con lusinghe e poi si rivela una megera.
    Non ce l'ho in particolare con le donne, il fatto è che ci sono e mi viene da infilarle dappertutto. Grazie per la considerazione per le mie poesie.
  • Anonimo il 03/06/2009 17:58
    ciao Pablo X. t'ho già inviato diversi commenti senza ricevere da te nessun segnale. ho comunque deciso di commentare una ad una le tue poesie, ritenemdole di sicuro valore. il gioco e la scommessa, argomento forte! anch'io mi auguro che tu non l'abbia vissuto come vizio. ma se ciò fosse stato non saresti nè il primo nè l'ultimo uomo ad incappare in una tale disgrazia, se di disgrazia si può parlare. ma non è questo il nocciolo della questione. mi interessa come associ il gioco alla figura femminile, ravvisandone quasi una carnalità fetida nel definirlo afrore. ma poi il gioco è strega, è meretrice, è sensuale ma ributtante come solo certe donne sanno essere. detto da uomo a uomo: ma che t'hanno fanno le povere femmine? testo godibile pur se rabbioso.
  • augusto villa il 13/07/2008 02:00
    Complimentissimi!... veramente bella!... Molto significativi gli ultimi tre versi!!!
  • Cinzia Gargiulo il 11/07/2008 17:26
    Sì, spero non autobiografica perchè il gioco può veramente distruggere le persone e intere famiglie che si trovano indebitate fino al collo.
    Sei bravo a descrivere questo male che attanaglia l'uomo consapevole di ciò che gli accade pur non riuscendo a sottrarsi.
    Un :bacio:
  • Pablo X il 12/06/2008 12:15
    Urca hai descritto un mostro! Per fortuna la poesia non è autobiografica. In verità ho immaginato cosa si può provare a divenire schiavi di un vizio e perdere il lume della ragione, odiare il male e nel contempo se stessi in quanto siamo noi stessi il male.
    Fortunato che non devo indossare il cilicio.
  • Pablo X il 11/03/2008 17:24
    Lo so che ci sono molti livelli di coinvolgimento, in questa poesia parlo di chi è ormai malato e odia la sua malattia ma non riesce a sottrarsene.
  • Antonietta Di Costanzo il 08/03/2008 08:04
    è una droga quando ti prende non puoi farne a meno, che tristezza ci vuole tanta forza per uscirne cerchiamo altrove gli spazzi per riempire i nostri vuoti!

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