Mordo la lingua:
trattengo tra i denti
le parole rubate
al silenzio dell’anima.
Non ho mai, con te,
l’onore, il privilegio
dell’ultima parola.
Sagace e arguto
l’ironico testacoda.
Da un’inezia il CREATO;
come un dio, plasmando polvere,
origini novità.
Piani ribaltati
insolite prospettive
architettura ardita
rendono la mia bocca
muta,
stupita,
socchiusa.
Dedicata e ispirata a un amico che abita lontano