A ciascuno il suo
Metroquadro d’inferno
D’aria viziata
Fumosa e puzzolente
Dove soffrire
In silenzio o urlando
Piangendo o maledicendo
Il cielo.
A ciascuno il suo
Metrocubo di nebbia
Densa e umida
Soffocante e rilucente
Dove smarrirsi
La vita
Nell’opalescenza ovattata
Seduto ad attendere
L’inevitabile
A ciascuno il suo
Spicchio di paradiso
Di cielo terso
Di mare calmo
Dove gioire un minuto
In una giornata intera
Di dolore.
A ciascuno il suo
Lembo di vita
Frammento d’esistenza
Dove perdere i sogni