Quando la sera dalla profonda tenebra
esala evanescente primavera del sogno all'onda viva cullato giaccio
sino ad intravedere d'Itaca la fuggente riva
Alla bella crudele
non fu mia colpa, certo fu sventura
sperar dolcezza da chi non ne aveva.
Ti parlerò d'amore così dolcemente
che il tuo cuore che mai seppe amare
saprà cos'e la gioia, cos'e il dolore.
Eterna Sirena
Anche questo giorno sta svanendo nella notte
passi felpati ripercorrono triti sentieri.
Ed il cuore si perde nei meandri ciechi
vanamente illuso da dementi brame.
Alle soglie della cupa voragine
traluce l'eterna sirena
a maggiormente irridere il fatale naufragio.