Ho pensato all’orgoglio paterno
al senso d’eterno nella continuità,
credevo di scoprire nei tuoi occhi
nuove risposte, nuovi motivi di vita
Ai piedi del letto c’era il destino
e tu eri troppo piccola per leggere
la nuova luce degli sguardi, i sogni
di padre nei lunghi silenzi notturni.
Eravamo troppo piccoli, io e te,
quando ho imboccato la strada
dove le nebbie grigie luccicano
e le nuove solitudini sono futuro
Nella tua carne si mischiano tracce
delle mie tenerezze oggi appassite,
e l’ombra delle mie follie, risiede
come un ingenuo folletto, in te
Figlia dei giorni scuri, dagli occhi chiari,
figlia dei miei deserti, delle lontananze,
ora che s’avvicina il tempo del silenzio
e mille parole mai dette pesano troppo
copri le mie incertezze, i nostri rimpianti,
con un candido lino, ed attendi paziente
le ore del ricordo, quando le notti secche
ti porteranno le mie parole e i pensieri
assieme all’amore che non ho saputo darti
Allora io rinascerò e sarò per te nuova speranza