Volo! Volo! Volo!
Le mani di un bimbo mi hanno lanciato
e posso volteggiare nell’aere salmastro veneziano.
Sono di carta colorata,
ma ho un animo che ti sente, Venezia,
con gli occhi del cuore percepisco il tuo magico profumo
di storia, di vita vissuta, di glorioso passato
e pesante sconfitta.
Vedo l’eleganza dei tuoi palazzi,
le calli silenziose, dove il miagolio di un gatto è musica,
campi e campielli animati da gente e turisti affascinati.
Volo su di te, Venezia,
e la malia del tuo carnevale
inonda ogni tua pietra antica;
ogni tuo angolo, anche il più dimesso,
mi colpisce con la tua regalità.
C’è pace e c’è vita, silenzio e confusione,
tu,
in bilico tra passato e presente,
sei in una dimensione che non ha eguali.
Mi accogli con superba magnanimità,
conscia del tuo fascino,
ma anche ferita dal poco rispetto di chi ti vive.
La brezza non mi sostiene più
e come foglia d’autunno,
lentamente,
mi poso su un’onda e annego,
felice, tra le braccia della tua laguna.
ps: è datata, è stata la prima cosa che ho scritto dopo anni di silenzio.. non era in versi, l'ho scomposta adesso.. non ne so l'esito.. ma ci sono affezionata, perchè ha tutto l'amore per questa città in cui non vivo, ma che mi dà pace e appartenenza.