Un filo sottile
Scorrendo tenne l’anima in bilico
Fragile
Banale
Arruffato
Stirandosi legaccio divenne
Giurai la verita’
E poi tutto il contrario
Sputando ogni avverbio sulla lingua
Gli affanni perdonati
dell’anima ribelle
e l’acqua tutto intorno intorbidiva
Saliva e pianto sulla pelle
Cosi da non sentir dolore
Cari quei segni ancor mi sono
Il tempo tuo li lecca
E tu ci soffi sopra
Caro quel pianto...
La pazzia di chi nasce piangendo
È la vita
E dal pianto rinasci cento e mille volte
Senza saper la fine...
Morte è gia’ follia piu’ sana
Pur se spavento incute in chi la chiama
Scuotila!
Per una volta almeno: cos’e’ mai?
È peggio la mania di una finzione
Quella di chi savio dev’essere per forza
Soltanto per paura dell’anormalita’