Su codesto libro mesto ed accoccolato
giaccio naufragato nella buia sala
ove aleggia il romito suono
di uno spettrale violino.
E scorre il mio tesoro più raro
e scorre con lei, a lei degno pegno
e scorre con codesta penna
e scorre con codesto torrente in piena.
Dove vai piccolo cuore impaurito?
Non ti accorgi di essere troppo ferito?
No, o forse si, ma straripante è l'arido desio
e da troppo all'opalescente sorgente non attingo.
Così rischio, rischio un'altra mia cantica
ennesimo lembo della mia saviezza strappato e scritto
un'altra zolla della mia ormai fugace presenza
un altro fazzoletto del mio regno saccheggiato:
Come ogni scommessa del cuore
pagherò l'effervescente onore
e il lucido pensiero esteriore
e il sempre lodato rigore.
Ma dolce mi è codesta perdita
poiché in nessun tempo della vita
viscerali ma vere sodali
sono state virtù tali.