Trai ruderi esumati d’una città sepolta,
come innamorati vagammo un’altra volta;
i muti luoghi empiami di grande batticuore,
la nostalgia tornava dell’antico amore:
giorni di sogni arcani, bei di carezze e baci,
momenti ormai distanti mi riportavi tu.
Acrobazie, astuzie, di quelle più audaci
per passare un’ora lontano dalla gente:
sovrani, unici padroni del regno gioventù.
Quando l’amor gioiva per poco o quasi niente
ed ogni bacio timido sembrava sconveniente.
Ormai dimenticata, svanita dalla mente,
spuntare all’ improvviso è stata un’emozione
piacere e stordimento da togliermi il respiro,
ma anche amarezza, rimpianto, contrizione.
Meglio sarebbe stato evitare il giro,
staccati, superarci, restando sconosciuti,
per non sentir parlare la luce dei tuoi occhi,
scintillante dire: <come siam stati schiocchi>.