Svanisce nel cielo, col sorgere della rosea aurora,
l'ultima stella.
Esanime posi, e solo attendi
l'arrivar dell'ora.
Vano ti è stato il cercar colui,
al quale fedele desti, di razza tua
migliore prova.
A te non fu dato d'Argo il destino,
di rivedere Ulisse alfin tornare.
Vile fu colui che in lontana estate
un dì ti abbandonò,
e sordo fu al tuo guaire.
Nera figura t'è ora accanto,
che con pietosio velo
ad asciugarti è intenta, il tormentar del pianto.
Amica mano donati carezza sull'essudato manto,
e dal cuor che cessato ha il suo pulsare,
sfila il mortal stiletto, che Bruto ti penetro' nel petto.
Ora al chiaror di triste luna,
ai piedi d'albero, che da lontan si scorge,
sorella terra con amor ti cinge,
mentre il tuo sguardo è volto a rimirar le stelle.