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il cinghiale guerriero

Un giorno un robusto cinghiale in attesa di amici
grugniva, con il naso per terra, in cerca di frutti,
vermi e radici.

Mentre compiva quella operazione,
sente un lontano abbaiare di cani,
che intonavano una ben nota canzone.

Il cinghiale sapeva, che da quei guaiti stonati
non doveva fidarsi, e non gli erano di certo strani,

perchè quei versi volevano dire che l’uomo, suo
nemico, gli aveva lanciato contro i suoi cani.

Lui non capiva il perché l’uomo ha sempre quelle
idee si strambe, da credersi padrone del mondo, e
di voler cacciare tutti gli animali, da due o quattro gambe.

Inoltre non comprendeva tanto accanimento contro chi:
vuole stare solo o con altri nel bosco, straiato e contento.

Visto e provato, di essere oggetto di azione sleale,
si convince che una difesa era necessario trovare, e
reagire, con il coraggio di un maturo animale.

L’istinto gli dice di attirare i cani in cespugli spinosi,
ove poterli colpire con forza ed inviarli al padrone mal
conciati e pietosi.

Il giorno di festa per l’uomo lo è di battaglia per il cinghiale,
che da solo deve affrontare una muta vociante di cani,
che vogliono , portarlo davanti al padrone e farlo da questi sparare.

Ma così non è andata, ed il nostro con il suo nasone dentato,
mena colpi tanto precisi, che mai prima aveva così bene
assestato.

Quattro sono subito stesi, un altro guaisce su un ceppo, il
cacciatore, non si da per vinto,
scende spara due colpi, manca il bersaglio, corre preleva
il resto dei cani che ha nel recinto.

Il cinghiale è circondato, non si scoraggia, mena botte come
il grande Carnera, e senza pubblico, combatte da prode soldato,
come una temibile fiera.

Alla fine del giorno col crepuscolo che avanza,

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1 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 29/08/2008 09:30
    La bisaccia di questi cacciatori.. dell'oblio è sempre vuoto..

    Stupenda... stringo con dolcezza la zampa..

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