Occhi che fuggono, è così che chiamerei il tuo sguardo,
chiari occhi, che sguazzano in un immenso mare agitato.
Un mare che nasconde la sua profondità a chi non è in grado di nuotare,
di immergersi.
MI lascerai sprofondare in quell'abisso?
Vorrei risalire colmo di tesori,
dimenticati da antichi pirati, violenti esploratori.
Grandi vascelli si celano nel tuo animo,
tutto è abbandonato e lasciato al logorio dell'acqua,
ma altro non attende che di essere riscoperto.
Vorrei lucidare le coppe d'oro che sono state colme come il sacro Gral,
colme dell'essenza, del Tuo sangue rosso e pieno di passione.
E bere nuovamente, bere nuovamente il tuo Io,
lasciare che mi disseti, che ridoni forza e vitalità a questa esistenza
che pare priva dell'essenza divina.
Lasciami esplorare quelle stanze, finemente arredate ma grezzamente disposte,
i pirati accumulavano, ma privi del gusto lasciavano alla rinfusa oggetti di inestimabile
valore, privandoli del loro senso essenziale.
Oggi hai ritrovato quel gusto, ma non riesci ad immergerti a cercare i tuoi tesori,
lascia che sia Io ad immergermi con te nel tuo abisso.
Riportiamo insieme in superficie i tuoi tesori,
risplendi ancora della tua essenza.
Lasciami perdere nel blu profondo del tuo antico sguardo.