Nel completo silenzio dei sensi, il fiducioso abbandono creò un ovattato calore che riempì lo spazio vuoto tra i nostri corpi, il tepore scaldò la pelle, entrò nei muscoli, si diffuse dentro le viscere e cominciò a scorrere lentamente percorrendo le vie del sangue. Una soffice aurea dai toni morbidi e vellutati proteggeva l'interno. Pigramente cominciò la musica, i respiri, senza fretta iniziarono la lenta danza, un passo a due, sopra un adagio, sovrapposizioni e piccole fughe si alternavano a dolci contrappunti, il battito del cuore fece scendere la danza nel profondo, corde intime e segrete cominciarono a vibrare, iniziò il silente dialogo: storie di paure celate, confessioni di desideri taciuti, confidenze mai svelate. Si consolò il dolore e si cicatrizzarono le ferite. A lungo restammo così, muti, di fronte alla nostra infinita nudità, a parlarci di noi.