Dottore...
regna in me sovrana la confusione reale di un sogno affittato.
Mi vedo nel regno di fantasmi viventi
a contarmi gli anni esplorati nei templi.
La notte in cui la mia vita si divide dal falso
vedo un carrozzone di orfani
di un tempo scomparso.
Chiedo:
chi siano mai?
Ma non danno risposta.
Chiedo per una seconda volta!
Ed in coro rispondono:
d'essere figli senza stelle rinchiusi in necropoli recinte
con la croce nella mente in un sogno che costringe.
Pare Portino a chi li vede nei sogni
una lacrima di verità
che scivola nella morte
come un senso di dignità.
Io mi rivedo sudato su di un letto di paglia
a fianco a me un contadino si taglia
porta un forcone per braccio
un vetro nell'occhio
il volto scolpito dalla vita del morto.
Prego forte chi non c'è di lasciarmi stare
perchè io non capisco e non voglio sognare
lì, una bimba cieca
dai capelli di grano
dice di non aver timore
tanto loro non vanno lontano.
Continua nel dire che i sogni son sogni di un mondo irreale
supera il limite e vieni a guardare!
il trentatr'enne lasciato essiccare
ci ha donato una lacrima che serve a sognare.
Noi appariamo ancora in sogni irreali
per condannare gli artefici
di morti reali.
Questo è tutto dottore...