Vagava per le strade quella sera
cercava il tepor di primavera,
trovó il soffio freddo dell'eterno,
il tragico sfiorire dell'inverno.
Uscí di casa per recarsi al molo,
con la sua moto intraprese il volo.
Gli amici lo aspettavan per la pesca,
era lui chi doveva portar l'esca.
Non arrivava all'appuntamento,
l'attesa poi si trasformó in sgomento.
Vagava per le strade quella sera
cercava il tepor di primavera,
trovó il soffio freddo dell'eterno,
il tragico sfiorire dell'inverno.
Era una notte tiepida d'aprile
e gli altri lo aspettavan sul pontile.
Non arrivó giammai a quell'impegno,
la morte lo trattenne come pegno.
Perí sul colpo, non senza dolore,
perí quel giovane, quel fresco fiore.
Vagava per le strade quella sera
cercava il tepor di primavera,
trovó il soffio freddo dell'eterno,
il tragico sfiorire dell'inverno.
E adesso che nei campi del divino
potrai tornare ad essere bambino,
nessuno potrá mai dimenticare
quella tua voglia matta di volare,
quella tua voglia d'inseguire il vento
in cui hai trovato morte, ma contento.
Vagava per le strade quella sera
cercava il tepor di primavera,
trovó il soffio freddo dell'eterno,
il tragico sfiorire dell'inverno.