Brillanti molecole d'estate
nelle narici fiere
dilatate ai ritmi della danza,
e forbici di gambe scarcerate
dalle lunghe vesti,
tagliavano spazi
e percuotevano la terra
che tamburo si faceva
di licenziosi versi tramandati.
Si rassegnava il silenzio
a strilli e guizzi
a grottesche imitazioni
dei "detentori della moralità"
che riscuotevano risate
sempre più sguaiate
Si scuotevano i seni floridi
ingioiellati dal sudore.
Anche le chiome sfuggivano alle trecce
per poi incollarsi
a schiene umide e ansimanti.
Poi, timide spuntavano e gioiose
le entità silvane..
e noi diventavamo loro e loro noi:
l' argentina risata dei ruscelli
le vibrazioni al vento delle foglie
e quando in prestito avevamo occhi di civetta
e il buio ci svelava i suoi ritocchi...
... Ora son qui davanti
a maliziosi sguardi di diniego
pronti a riempirsi gli occhi del mio fuoco
ma se solo questo è stato il mio peccato
io non rinnego.