Le luci della città
illuminavano a distanza
il tuo volto felice
i bianchissimi denti
irradiavano gli occhi
noi dispersi tra le strade
di una città non più nostra.
Mi accostai per toccarti
e mentre la mia mano
cercava la tua pelle
sentii al tatto lo sfogliarsi
di morbide piume.
Angela, ti chiesi:
siamo in un sogno?
Ma tu con un largo sorriso
scopristi una parte del mio vestito.
Ero piumato anch’io!
Ci prendemmo per mano
e intrecciammo le dita.
Dove saremmo andati?
Troppo diversi dagli altri.
Dove ci saremmo nascosti?
Troppo piccolo il mondo.
Chiudemmo le palpebre
e ti strinsi a me.
La notte ancora per un poco
ci avrebbe ignorato.